Dalla Diffusione iniziale ai nostri giorni
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L’apparecchio fotografico Daguerre |
Nonostante questi successi incoraggianti, la fotografia incontrò inizialmente dei problemi nel ritrarre figure umane a causa delle lunghe esposizioni necessarie. Anche se illuminato da specchi che concentravano la luce del sole, immobilizzato con supporti di legno per impedire i movimenti, il soggetto doveva comunque sopportare un'esposizione di almeno otto minuti per ricevere una fotografia in cui appariva con occhi chiusi e un atteggiamento innaturale.
Nacque pertanto l’esigenza di perfezionare tecniche e materiali per permetterne l’evoluzione ed ampliarne l'utilizzo. Questo avvenne nel trentennio fra il 1840 ed il 1870 dove diversi fra pittori, fotografi ed inventori studiarono una serie di innovativi procedimenti che portarono la tecnica fotografica a livelli di eccellenza. Studio che anche negli anni successivi non si arrestò.
1840. La riduzione dei tempi di esposizione
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Obiettivo di Petzval |
Solo nel 1840 l'introduzione da parte di Joseph Petzval di un obiettivo di luminosità f/3.6 e dell'aumentata sensibilità della lastra dagherrotipa mediante l'utilizzo di vapori di bromo e cloro permisero esposizioni di soli 30 secondi. Per opera di Hippolyte Fizeau venne inoltre rafforzata la fragile lamina argentata utilizzando cloruro d'oro , che incrementò anche il contrasto generale.
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Calotipo |
Grazie a questi progressi tecnologici, nuovi laboratori aprirono in tutto il mondo. In America, che ottenne il primato della quantità di dagherrotipi prodotti, ottenne un grande successo e nel 1850 si contavano più di 80 laboratori nella sola New York. Le lastre argentate furono qui prodotte utilizzando macchine a vapore e con il trattamento elettrolitico, che aumentava la quantità di argento sulla lastra.
La moda dei ritratti si sviluppò rapidamente e ne usufruirono tutti i ceti sociali, grazie all'economicità del procedimento. Il dagherrotipo era di solito più apprezzato, perché produceva una sola copia, rendendola quindi più preziosa, e perché di qualità superiore al calotipo, che subiva i difetti dell'utilizzo della carta come supporto per la stampa. I soggetti erano ripresi solitamente in studio, su di uno sfondo bianco, anche se numerosi furono i fotografi itineranti, che si muovevano con le fiere e nei piccoli villaggi.
1851.Dagherrotipia e Calotipia sostituite dal procedimento al Collodio
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Procedimento al collodio Umido |
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Ambrotipo |
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Ferrotipo |
Dalla diffusione all'industria fotografica
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Carte de visite |
La richiesta sempre maggiore di materiali, strumenti e fotografie produsse un nuovo mercato di fabbriche e laboratori specializzati, che divennero man mano delle catene di montaggio dove ogni compito era demandato ad un singolo individuo. Una persona si occupava della preparazione delle lastre, che venivano portate al fotografo per l'esposizione e in seguito assegnate ad un altro collaboratore per lo sviluppo. Infine, le lastre erano pronte per il fissaggio conclusivo in un'altra stanza. Erano inoltre presenti delle assistenti per accogliere i clienti e indicar loro la posa più opportuna.
Il popolare formato carte de visite fece nascere la moda dell'album fotografico, dove presero posto i ritratti di famiglia e spesso anche di famosi personaggi dell'epoca. Anche la fotografia paesaggistica fornì elevate quantità di cartoline raffiguranti vedute, monumenti, quartieri o edifici storici da consegnare al turista in visita. Nel 1860 in Scozia, il laboratorio di George Washington Wilson produsse più di tremila fotografie al giorno, utilizzando dei negativi di vetro posti a contatto su carta albuminata, trasportata su nastri all'aperto per l'esposizione alla luce solare.La necessità di produrre lenti e apparecchiature fotografiche vide la nascita e lo sviluppo di importanti aziende fotografiche, che grazie al loro impegno e sviluppo portarono numerose innovazioni anche nel campo dell'ottica e della fisica, fra queste ricordiamo le principali:
Carl Zeiss,
Agfa,
Leica,
Ilford,
Kodak,
Voigtländer.
Altre tappe che contribuirono all'evoluzione e alla diffusione della fotografia furono:
1857. La comparsa del primo ingranditore a luce solare a opera di J. J. Woodward;
1859. R. Bunsen e H. E. Roscoe realizzano le prime istantanee con lampo al magnesio.
1861. Le prime immagini a colori per sintesi additiva ad opera di J. C. Maxwell
1869. Le immagini a colori per sintesi sottrattiva introdotte da Louis Ducos du Hauron,e le lastre con gelatina animale come legante di R. L. Maddox.
1873. H. Vogel scopre il principio della sensibilizzazione cromatica e realizza le prime lastre ortocromatiche.
1861. Le prime immagini a colori per sintesi additiva ad opera di J. C. Maxwell
1869. Le immagini a colori per sintesi sottrattiva introdotte da Louis Ducos du Hauron,e le lastre con gelatina animale come legante di R. L. Maddox.
1873. H. Vogel scopre il principio della sensibilizzazione cromatica e realizza le prime lastre ortocromatiche.
Perfezionamento dei materiali sensibili
Gli sforzi furono anche indirizzati al perfezionamento dei materiali sensibili, dei procedimenti di sviluppo e degli strumenti ottici.
Tra le innovazioni più importanti si ricordano: l'introduzione degli apparecchi fotografici portatili e l'introduzione delle pellicole in rullo.
1884. George Eastman e le prime pellicole in rulli.
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George Eastman |
Nel 1890 F. Hurter e V. C. Driffield iniziarono lo studio sistematico della sensibilità alla luce delle emulsioni, dando origine alla sensitometria.
Un considerevole miglioramento delle prestazioni degli obiettivi si ebbe nel 1893, quando H. D. Taylor introdusse un obiettivo anastigmatico (tripletto di Cooke) con sole tre lenti non collate; tale obiettivo fu perfezionato da P. Rudolph nel 1902 con l'introduzione di un elemento posteriore collato e venne prodotto l'anno dopo dalla Zeiss, con il nome di Tessar.
Un considerevole miglioramento delle prestazioni degli obiettivi si ebbe nel 1893, quando H. D. Taylor introdusse un obiettivo anastigmatico (tripletto di Cooke) con sole tre lenti non collate; tale obiettivo fu perfezionato da P. Rudolph nel 1902 con l'introduzione di un elemento posteriore collato e venne prodotto l'anno dopo dalla Zeiss, con il nome di Tessar.
Negli ultimi due decenni del secolo scorso comparvero praticamente tutti i tipi di macchina fotografica che, con vari perfezionamenti, si trovano tutt'oggi sul mercato. A partire dall'inizio del XX secolo il cinema, la fotografia aerea e la Prima guerra mondiale contribuirono non poco allo sviluppo della tecnologia fotografica.
Nel 1904 Auguste e Louis-Jean Lumière brevettarono un fortunato procedimento di fotografia a colori.
Nel 1923 venne immessa sul mercato una macchina fotografica leggera, versatile e nuova: la Leica progettata da Oscar Barnack, un dipendente della fabbrica tedesca di ottiche Leit.
1928. Dalla Reflex alla Polaroid
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Rolleiflex 1928 |
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Polaroid 1948 |
Anni '60 esposimetri, avanzamento e riavvolgimento automatici
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Fotocamera Automatica anni '60 |
Il progresso dell'elettronica permise di adottare alcune delle ultime scoperte anche nell'acquisizione delle immagini.
Nel 1957 Russell Kirsch trasformò una fotografia del figlio in un file attraverso un prototipo di scanner d'immagine.
Nel 1972 la Texas Instruments brevettò un progetto di macchina fotografica senza pellicola, utilizzando però alcuni componenti analogici.
La prima vera fotografia ottenuta attraverso un processo esclusivamente elettronico fu realizzata nel dicembre 1975 nei laboratori Kodak dal prototipo di fotocamera digitale di Steven Sasson. L'immagine in bianco e nero del viso di un'assistente di laboratorio fu memorizzata su un nastro digitale alla risoluzione di 0.01 Megapixel, utilizzando il CCD (Charge Coupled Device). Questo componente era in grado di analizzare l'intensità luminosa e il colore dei vari punti che costituiscono l'immagine e di trasformarli in segnali elettrici che venivano poi registrati su un supporto magnetico (nastro o disco) che poteva contenere alcune decine di foto. L'immagine registrata poteva essere immediatamente rivista su un monitor, stampata da un'apposita stampante, o spedita, via cavo o via rete, a qualsiasi distanza. Macchine di questo tipo venivano usate soprattutto dai fotoreporter, perché permettevano l'immediata trasmissione delle foto ai giornali, che non avevano bisogno di immagini ad alta definizione.
L'inconveniente principale della fotografia elettronica era infatti la scarsa definizione delle immagini, in confronto a quella della fotografia tradizionale. Le altre ricerche sulla fotografia digitale pertanto furono rallentate dai continui miglioramenti delle fotocamere a pellicola, che proposero dispositivi sempre più semplici e comodi da usare, fino ad ottenere modelli di fotocamera totalmente automatici. Solo quando le emulsioni fotografiche non permisero ulteriori miglioramenti e la tecnologia digitale raggiunse un livello qualitativo equiparabile, allora l'interesse dei consumatori si trasferì sul nuovo procedimento.
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Fotocamera Digitale |
Oggi il processo è alla portata di tutti grazie alle immagini digitali che possono essere ritoccate, modificate e trasferite con il computer di casa propria, avvalendosi di programmi di editing e/o fotoritocco e modalità di archiviazione di file anziché di voluminosa carta che hanno in gran parte ridotto la domanda di pellicole e di stampa tradizionale delle foto.
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